Kiev, oggi capitale dell’Ucraina, da almeno millecinquecento anni è la porta dei grandi territori russi per chi viene dal sud e dall’ovest. E’ l’ultima grande capitale europea rimasta sconosciuta al turismo di massa, una città dalle chiese dalle cupole dorate, pulita e popolata da gente ospitale, che ha conosciuto l’orrore di atroci invasioni – da quelle medievali dei Mongoli a quelle altrettanto terribili delle truppe naziste – e il terrore di uno dei disastri più inquietanti della storia recente d’Europa: l’incidente della centrale nucleare di Chernobyl.
PRIMO GIORNO A KIEV
Il centro storico di Kiev, con le sue vie più caratteristiche e cariche di memorie, si trova sulla riva occidentale del Dnepr ed è facile da esplorare, sia a piedi che utilizzando la metropolitana, orgoglio della città, che può vantare, tra l’altro, la stazione più profonda al mondo, Arsenal’na (105,5 metri sottoterra).
Ore 10. Cuore della città è Poshtova Ploscha, la piazza più antica di Kiev. Siamo nel Kreščatyk, il quartiere centrale. Qui trovate l’antico Ufficio Postale, oggi sede di un piccolo museo d’arte, e la Chiesa Rizdvo; ma, fatti pochi passi, verso il fiume, raggiungerete soprattutto il Vecchio Porto, dove non vi sarà difficile individuare un battello per uno dei must di Kiev: un giro sul fiume. Un’oretta e mezza che non costa molto e vi permette di toccare i punti più suggestivi del panorama e dei dintorni della capitale ucraina, con anse fitte di verde, grotte che si aprono improvvise sui fianchi delle colline e isole fluviali trasformate in parchi. Passando, vedrete un complesso architettonico impossibile da non notare: il Monastero delle Caverne. È la vostra prossima meta.
Il Pečerska Lavra è un monastero cristiano ortodosso fondato nel 1015, uno dei più importanti centri religiosi dell’Europa dell’Est. È stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1990 ed è facile capire il perché anche ad una prima occhiata: arroccato sul monte Berestov, spicca sopra una parete di roccia calcarea a strapiombo, mentre il Dnepr scorre solenne ai suoi piedi. È stato costruito, nei secoli, sopra le prime grotte usate dagli eremiti come luogo di meditazione. Oggi il complesso è quasi un labirinto dorato di scale, passaggi, mura, torri, pinnacoli, icone, crocifissi, arazzi, che si estende sopra e sotto la superficie del monte tra incensi e salmodie di popi. Su tutto, domina la Grande Torre Campanaria, coi suoi 95 metri di altezza. Se volete ci sono anche le mummie beate dei santi monaci: pare che accarezzarle porti bene. Meno inquietante ma ugualmente suggestivo è il giro tra le caverne che non fanno parte del complesso monastico, le grotte laiche insomma: come nella Napoli sotterranea, si acquista una candela e si va a esplorare le viscere della terra. Evitate i giorni di festa, perché la ressa è inimmaginabile.
Ore 13. Tornati in città, potete comprarvi qualcosa da mangiare al vivace mercato centrale Bessarabsky Rynok – non dimenticate il caviale, mi raccomando – e poi con la metropolitana andate fino alla stazione di Dorohozhychi, per entrare nel parco pubblico Babiy Yar: letteralmente sarebbe “Il Parco della Nonna”, un tempo era la foresta che circondava la città, oggi è il memoriale delle vittime della Seconda Guerra Mondiale. Sull’altro lato del parco c’è il monumento dedicato agli Ebrei massacrati qui nel 1941.
Ore 15. Per il pomeriggio decidete: shopping o cultura. La prima opzione vi porta al mercato all’aria aperta di Uzviz Andriyivsky, dove pullulano i souvenir tradizionali con le immancabili uova di legno dipinto, matriosche di tutte le dimensioni e varietà, e pizzi e trine da coprirvi da testa a piedi.
La cultura invece l’arricchirete visitando uno dei vari musei della città: potete scegliere tra il Museo Della Storia Ucraina, in via Volodomyrska 2, uno tra i più visitati dai turisti; il Museo delle Belle Arti, in via Khrushchevsky 4; o il rutilante Museo della Guerra Patriottica, di chiara impronta sovietica. Di tutti, però, personalmente, trovo più interessante il Museo Chernobyl, al numero 1 di via Kharyvyj Pereulok, che tiene viva la memoria di un disastro che non deve più accadere: seguite la visita guidata, include anche la visione di un documentario su quello che è rimasto oggi di Chernobyl.
Ore 20. Per cena due suggerimenti economici, entrambi nei pressi della fermata metro Kontraktova: Svytlytza sulla Andriyivsky uzviz, al numero 136, che è un caffé francese, ma propone anche piatti locali e ha una terrazza fantastica. In alternativa il più indigeno Garbuzyk, in Vul Khuryva 2B, tutto cucina ucraina, molto pittoresco nell’arredamento che pare uscito da un museo del folklore.
SECONDO GIORNO A KIEV
Ore 10. C’è un altro sito UNESCO da visitare: la Cattedrale di Santa Sofia, al 24 di via Vladimirskaya. Cinque navate, cinque absidi, tredici cupole, loggiati e gallerie, mosaici e affreschi dell’XI secolo (la fondazione risale al 1037): i Sovietici la volevano distrutta, ma non si sa bene per quale miracolo gli intellettuali del regime riuscirono a impedirne la trasformazione in parco dedicato agli Eroi della Guerra in Crimea. Sopravvisse come museo, oggi molti la vorrebbero restituita alle funzioni religiose, ma le divisioni interne della Chiesa Ortodossa hanno impedito un accordo in tal senso e si preferisce conservarla come museo della Cristianità, visitato principalmente da turisti. Una delle Sette Meraviglie Ucraine. Dalla Cattedrale si vede benissimo la cupola dorata della chiesa azzurra del Monastero di San Michele, risalente al 1108 e ricostruita fedelmente nel 1937. Dietro la chiesa, la funicolare porta direttamente al Vecchio Porto.
Ore 13. Per una pausa pranzo panoramica, Zoloti Vorota è un posto unico: è la Grande Porta d’Oro che costituiva un tempo il principale accesso alla città antica, cinta da due poderosi bastioni. Fa più effetto il nome che la porta in sé, ma la terrazza intorno alla fontana è un posto fantastico. Brindate alla salute di Yaroslav il Saggio, che costruì la porta nel 1037 e che ora vi guarda compiaciuto dalla statua lì davanti.
Ore 15. Riposare al fresco del Parco Shevchenko (metro Pl Lva Tolstoho), è quel che ci vuole. Il Parco merita una visita anche solo per andare ad assaggiare i migliori bliny di Kiev, alla bancarella di fronte al ristorante O’Panas. Sono come le crêpes, con la differenza che sono lievitate. Tenete presente che non si può andare a Kiev e non assaggiarle.
L’alternativa è il Museo di Architettura Popolare di Pyrohovo: un parco dove sono state ricostruite le abitazioni tipiche dell’Ucraina, dalle fattorie in legno della lontana Luhans’k, ai mulini a vento della Crimea. D’estate ci sono pure dei figuranti in costume che animano le abitazioni svolgendo ognuno la propria mansione tradizionale: ‘’effetto Disneyland è evitato dall’accurata ricostruzione storica, ma per i bambini è una pacchia comunque. È a 12 chilometri da Kiev: ci si arriva con l’autobus 27 o il filobus 11.
Dove dormire: City Hotel Kiev, Central Dayflat Apartments.
Come arrivare. In aereo si arriva atterrando al Boryspil International Airport con voli diretti di Uckraine International Airlines da Milano, Roma, Bologna, Rimini a partire da 79€.