Stavolta per tuffarci nell’arte contemporanea ci basta prendere la metropolitana. Per la precisione, quella di Torino – che tra l’altro è una delle più moderne in Italia, la prima ad avvalersi del sistema VAL. È comodissimo: dalla Stazione di Torino Porta Nuova si prende la metropolitana e via verso il capolinea Torino Lingotto, sede del primo stabilimento della FIAT. Un tempo ci facevano le auto, oggi c’è un centro commerciale. Ma aspettate a storcere la bocca: la struttura originaria è rimasta ed è stata oggetto di un recupero molto intelligente. Vi basterà sapere che nella ristrutturazione ci ha messo le mani anche Renzo Piano. E non si viene qui solo per fare shopping. Ad esempio, si viene qui per il Salone Internazionale del Libro.
Ma noi siamo a caccia di arte contemporanea. Allora la fermata Torino Lingotto va tenuta presente per raggiungere, con una breve passeggiata su una passerella pedonale che si proietta oltre il Lingotto, l’avveniristica struttura dell’OVAL che puntualmente, nel secondo weekend di Novembre, ospita Artissima, vera e propria fiera internazionale di gallerie e collezionisti di Arte Contemporanea, ormai appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati del settore. Qua si viene per ritrovare vecchie conoscenze dal nome e dalla fama ormai consolidati, ma anche per intuire quali saranno i nuovi sviluppi della ricerca formale – troverete galleristi, collezionisti, artisti, giornalisti, mecenati: un vero e proprio who’s who vivente nel quale potete confondervi.
Di per sé, lo spazio espositivo, all’interno, non è proprio nulla di speciale: un’enorme superficie suddivisa in padiglioni, come una delle mille e mille fiere che si tengono dappertutto. Ma è la qualità di chi occupa i padiglioni a fare la notevole differenza.
Davvero potrebbe bastarvi una visita all’anno ad Artissima per aggiornarvi in materia: di sicuro, durante tutti i mesi successivi, sentirete parlare degli artisti che avrete conosciuto a Torino e incontrerete nelle varie mostre, esposizioni e premiazioni gli espositori e i collezionisti che avrete visto sopportare stoicamente ore e ore di stand, tra la calca e il via vai continuo dei visitatori. Se siete digiuni dell’argomento e vi volete affacciare per la prima volta sul variopinto mondo dell’Arte Contemporanea, usciti da Artissima saprete già come muovervi per l’avvenire, dove andare, chi cercare; se siete già esperti, qui ritroverete sicuramente amici e conoscenti – tanto che più che una kermesse, vi sembrerà una rimpatriata.
Al Lingotto vi aspetta anche un altro tempio dell’arte, la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli. All’interno dell’edificio FIAT storico, tra i corridoi del centro commerciale, tra una vetrina di scarpe, un fast food, qualche giostrina per bambini e un cinema multisala, un ascensore vi porterà all’ultimo piano del palazzo, sul tetto.
Qui c’è la mitica pista con tanto di curva parabolica su cui venivano provati i prototipi FIAT: oggi le macchine non circolano più, ma tutto è dominato dalla struttura metallica dello “Scrigno” di Renzo Piano, un padiglione che poggia su piloni e dalle cui vetrate si gode un panorama superbo. Godimento cui si aggiunge quello provato voltando lo sguardo all’interno. Sotto di voi infatti avrete ben cinque piani dedicate all’arte: nello Scrigno, la Collezione Permanente della Fondazione Agnelli, sogno realizzato del leggendario Giovanni Agnelli che voleva creare, proprio nel “suo” Lingotto, un cuore pulsante culturale di richiamo internazionale. Venticinque opere, ventitre quadri e due sculture – vi sembrano pochi? Sentite i nomi: un Tiepolo, sei Canaletto, due Bellotto; un Manet accoppiato a un Renoir; un Modigliani, sette Matisse, due Picasso, un Severini e il Balla di Velocità Astratta, che non poteva trovare contesto migliore. Ah, nel caso vi chiedeste di chi sono le due sculture: sono di Canova. Ok, credo di non dover aggiungere altro.
Per non farvi mancare proprio niente, oltre alla collezione permanente della Fondazione, avete sempre qualche mostra, nei piani sottostanti, che merita decisamente di essere visitata, per il taglio particolarissimo e originale con cui guarda all’arte. Ad esempio, avreste mai pensato di guardare a Damien Hirst come collezionista? Be’, quelli dell’Agnelli l’hanno fatto nel 2012: Freedom Not Genius ha presentato le opere raccolte nel corso della sua attività dal guru contemporaneo, offrendo così un punto di vista insolito sul mondo di uno dei più acclamati artisti d’oggi. Con pezzi tra l’altro importantissimi, come un Bacon e un Picasso, tanto per citare i due più altisonanti. Vi rimarrà altro tempo per riprendere la metropolitana e visitare il resto di Torino? Non credo: l’unica è mettere in conto di tornare e ritornare, e ritornare ancora. Tanto, è così comodo…
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