Angkor Wat, Cambogia: l’ottava meraviglia del mondo

Questo articolo fa parte del viaggio di Davide in Indocina. Leggi l’itinerario completo qui »

Esiste una nazione che ha sulla bandiera un suo luogo particolarmente prezioso? Una sicuramente sì, la Cambogia. Se ci fate caso, sulla bandiera cambogiana è ritratta una specie di mausoleo in bianco che spicca sui colori nazionali, il rosso e il blu. Quel disegno bianco è Angkor Wat, il luogo dove il re Suryavarman II (1113-1150) avrebbe voluto essere sepolto dopo la sua morte. Un posto imponente, una città in mezzo alla foresta che vede il suo culmine nel tempio-montagna, a leggere il libro dei Guinness dei primati il sito religioso più grande al mondo.

Luogo più visitato di tutto il Paese, Angkor Wat attrae ogni anno centinaia di migliaia di visitatori di tutto il mondo, e questo crea un po’ di disagio, ma vale la pena sopportare qualche stress da affollamento per godersi questo spettacolo incredibile, in particolare il tempio-montagna di Phnom Bakheng al tramonto. Se avete la stoffa del viaggiatore, un’alternativa decisamente migliore è alzarsi alle 5 di mattina e arrivare alla montagna per godersi l’alba: sarete in pochi intimi e sarà un’esperienza fantastica.

Per visitare Angkor Wat è necessario fare tappa e risiedere a Siem Reap, la città più vicina, anche perché per vederlo con calma e godersi le sue atmosfere uniche un po’ alla Indiana Jones non basta assolutamente una giornata. Da Phnom Penh sono oltre 300 km di strada, si arriva in bus in 4 ore e mezza; da Bangkok le distanze non aumentano di molto, 400 km da percorrere in 5 ore o qualcosa di più, dipende dai tempi di attraversamento della frontiera (per il controllo passaporti bisogna scendere dal bus).

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Non appena arrivati a Siem Reap vi accorgerete che è sorta quasi unicamente per sopperire alla richiesta enorme di strutture per i turisti in visita ad Angkor. La città offre qualche via per passeggiare, un mucchio di ristorantini e centri massaggi a buon prezzo. Nel momento in cui metterete piede giù dal bus sarete avvicinati da locali dalla repentina parlata inglese che vi offriranno una comoda sistemazione per pochi euro. Solitamente sono buone offerte, contrattabili, ma non tutte le strutture sono particolarmente belle. Se volete andare sul sicuro, ecco i nostri consigli per dormire a Siem Reap:

Cambogia, Angkor
Foto di Dennis Jarvis (CC)

Hak’s house: ottimo ostello, un po’ kitch ma efficienza assicurata. Internet, reception 24/24 e 5 euro per una stanza privata, colazione inclusa! Una particolarità, se decidete di fermarvi per 4 notti la 5 è offerta da Hak’s.

Wooden Angkor Hotel: un po’ più caro e raffinato (11 euro a testa per una doppia, 18 per una singola), è un hotel tutto in legno, con qualsiasi servizio possiate immaginare, dalle informazioni turistiche, al servizio navetta gratis in aeroporto, al ristorante, al frigo bar in camera e così via. A 10 minuti a piedi dal mercato vecchio.

Palm Garden Lodge: torniamo a prezzi incredibili (il massimo che potete spendere è 8 euro per una singola), ma restiamo in atmosfere più da hotel. Anche qui lenzuola, asciugamani e navetta per l’aeroporto inclusi. Ad impreziosire le decorazioni khmer e un giardino tropicale molto quieto.

Passiamo a quello che vi ha spinto ad arrivare fin qui, in capo al mondo: Angkor Wat. Come accennavamo, se avete la pelle dura sveglia alle 4 e partenza per essere sulla cima della montagna-tempio all’alba. Dovunque siate, avrete bisogno di un Tuk Tuk che vi porti dentro Angkor. I prezzi all’entrata dell’ottava meraviglia sono: 14 euro il biglietto per un giorno, 28 per tre giorni e 45 per una settimana. Calcolate 3 giorni.

foto Angkor
Foto di Jono Hey (CC)

All’interno di Angkor potete muovervi sempre con il vostro Tuk Tuk -contrattate con il conducente l’intera giornata- in bici ma anche a piedi. Dipende molto dalle temperature che ci sono nei giorni in cui andate, se fa troppo caldo sconsigliamo di andare a piedi.

I tuk tuk solitamente vi fanno fare il giro delle rovine principali, a partire dalla montagna di Phnom Bakheng per arrivare a Ta Prohm, famosa per essere stata praticamente fagocitata dalla giunga, con i templi ricoperti dalle radici degli alberi.

Il primo giorno godetevi le rovine centrali, curiosate tra le radici e camminate lungo i sentieri, il secondo giorno avrete tempo per visitare le rovine meno note, dove si trovano anche meno visitatori: potete muovervi in libertà, senza guide, fate solo attenzione agli spostamenti, contrattateli prima altrimenti possono diventare molto costosi. Non avventuratevi invece in traversate solitarie per campi sconosciuti, la Cambogia resta pur sempre un paese che ha vissuto una lunghissima guerra e migliaia di mine sono sparse ancora per tutto il territorio. Per il pomeriggio potete fare un pensierino al Museo Nazionale, che racconta tutta la storia dell’Impero Khmer: un viaggio incantevole lungo racconti affascinanti e reliquie uniche (costo 10 euro, 5 i bambini).

Per il terzo giorno vi proponiamo la città fantasma di Mahendraparvata, sull’altopiano di Phnom Kulen, in mezzo alla giungla, dove nell’802 A.C fu fondato l’impero khmer. Qui Re Jayavarman II fu proclamato imperatore del mondo. La città si trova a poco meno di due ore da Siem Reap, quindi contrattate un taxi o affidatevi a qualche agenzia locale come la Backyard Travel, che offre per un centinaio di euro un bellissimo giro in moto per le rovine della città perduta. Tenete presente in ogni caso che per arrivare qui avrete bisogno di una guida.

E la sera? Per divertirvi, le strade di Siem Reap sono piene di pub e ristoranti di tutti i tipi e per tutti i gusti; se volete provare qualcosa di tipico fate un pensierino sul Cuisine Wat Damnak, menu completo per 15 euro ed ottimo cibo locale, e poi spostatevi a sorseggiare un long drink al Miss Wong Cocktail Bar. Se siete amanti del Jazz, provate a chiedere dell’Heritage Suite Hotel, dove il giovedì sera vengono organizzate Jazz Session di tutto rispetto.

Destinazione: