Nel cuore della Sicilia, a poco più di 30 km da Enna, si staglia sui monti Erei ritta e fiera. Parliamo di Piazza Armerina, piccolo tesoro dell’entroterra circondato da boschi e ricco di storia ad ogni passo. Non per nulla è città Patrimonio dell’Unesco dal 1997: il Duomo troneggia in cima alla città che ha visto diverse dominazioni nel corso dei secoli e accanto al centro storico barocco si snodano vicoli medievali e palazzi rinascimentali, facendo convivere il Castello Aragonese con Palazzo Trigona.
Il fiore all’occhiello risale però a tempi molto più antichi di cui non si hanno notizie precise ma testimonianze vivide e uniche nel loro genere: la Villa Romana del Casale, struttura d’epoca tardo imperiale, ammalia visitatori da ogni parte del mondo con i suoi splendidi mosaici. Ora più che mai, a seguito di massicci restauri che hanno restituito alla Villa una sana bellezza, preservandola da minacce di logoramento e offrendo la possibilità di visite serali grazie all’illuminazione interna dei preziosi affreschi e mosaici. L’inaugurazione dei nuovi percorsi e del nuovo volto della Villa si è tenuta il 4 luglio, dopo uno sforzo durato sei anni, grossi stanziamenti pubblici e soprattutto l’impegno di molte persone. Diretti da Guido Meli, responsabile dell’intera area archeologica, sotto le linee guida del Commissario Vittorio Sgarbi, cinquanta giovani esperti hanno restituito al mondo un monumento di inestimabile valore. Nuove aree continuano a venire alla luce attorno al sito principale, portando avanti l’ipotesi dell’esistenza di un intero complesso abitativo anziché di un’isolata residenza privata.
Il IV sec. d.C. sembra essere il periodo di massimo sviluppo dell’abitazione, cui risalgono gli imponenti apparati decorativi. Si ritiene che la dimora sia appartenuta ad un alto esponente del senato romano, probabilmente un prefetto di Roma, oppure sia stata commissionata direttamente dall’imperatore. In ogni caso il committente viene celebrato all’interno dei mosaici che restituiscono una vera e propria cronaca della vita dell’epoca. Non dispiaccia ai puristi la similitudine: tutte quelle piccole tessere prendono forma in una gigantesca graphic-novel che ci narra gli avvenimenti nel Circo Massimo, le abitudini delle giovani donne in palestra e le consuetudini durante le attività venatorie. Parliamo nello specifico di tre grandi porzioni: rispettivamente la sala biabsidata ove è raffigurata la corsa di quadrighe, una stanza conosciuta come raffigurante le fanciulle in bikini, e lo splendido corridoio della grande caccia. Queste sono solo alcune delle sale toccate da un programmatico intervento conservativo: l’ingresso e il vestibolo, il peristilio quadrangolare, il frigidario e gli appartamenti privati sono stati salvaguardati insieme a molti altri ambienti che ora affascinano lo spettatore che percorre le passerelle sopraelevate rapito dalla narrazione di un’epoca. Diceva Sciascia nel Candido:
Sai cos’è la nostra vita? La tua e la mia? Un sogno fatto in Sicilia. Forse stiamo ancora lì e stiamo sognando.
Si sposa bene con la sensazione provata all’interno della Villa Romana del Casale: passo dopo passo, all’interno dei percorsi, sembra sempre più di entrare in un sogno lucido dove viene messo in scena il mito di Ulisse e Polifemo o quello di Orfeo che suona la sua lira. C’è di più: il sogno si tramuta in realtà portando il naso all’insù. Di tutte le innovazioni apportate per mantenere intatto questo diamante dell’archeologia, la vera novità è costituita dalla copertura in sostituzione alla precedente risalente agli anni ’60: l’effetto serra è stato eliminato garantendo non solo una permanenza gradevole durante la visita, soprattutto in estate, ma principalmente una protezione contro il prolificare di batteri e alghe dannose per i mosaici. Altro intervento impressionante quello operato nella Basilica interna: il restauro ha portato alla luce preziosi marmi africani e ha ridonato l’antica volumetria dell’ambiente grazie al sistema del tetto ventilato. Insomma, un vero e proprio tesoro oggetto di continue indagini archeologiche ma soprattutto di una sempre più crescente attenzione da parte del turismo. Se si pensa che la stanza da letto con alcova, che custodisce il famoso mosaico di Eros e Psiche, è stata visitata lo scorso anno da 500.000 mila persone (nonostante vari disagi, la Villa durante i lavori non è mai stata chiusa al pubblico) si pensi come possa rinascere l’affluenza dopo questo rinnovo, ancor più con la complicità del chiar di luna. Sono previste anche visite guidate per portatori di handicap – la Villa sarà il primo sito siciliano visitabile dai diversamente abili – percorsi per non vedenti e sezioni dedicate alle scuole: insomma un vero e proprio restyling.
Quello che abbiamo potuto toccare con mano durante l’inaugurazione è che la Villa ha recuperato il suo spirito, insieme ai colori ed alle suggestioni. Se volete toccare con mano non perdete un’occasione straordinaria: il 7 e 8 luglio la Villa del Casale sarà visitabile gratuitamente. Lasciatevi sedurre dal mito e dalla storia. Una storia che appartiene a tutti noi.
Come arrivare. La Villa Romana del Casale è a circa 5 km da Piazza Armerina, raggiungibile dall’aeroporto Fontanarossa di Catania attraverso la A19, uscita Dittaino direzione Valguarnera.
Dove dormire. Al B&B La Casa sulla Collina d’oro dove Luciano saprà coccolarvi e raccontarvi ogni cosa sulla Villa del Casale.
Dove mangiare. Consigliamo da Totò in Via Mazzini 29 (Piazza Armerina). Conduzione familiare per un’accoglienza e un servizio memorabili affiancati ad un’ottima cucina.