Perché scegliere come meta per un breve weekend Ragusa Ibla? Se non vi basta il fatto che è stata dichiarata nel 2002 Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO e che ad oggi è stata scelta da molti registi come location d’eccellenza (ad esempio del Commissario Montalbano), qui troverete degli ottimi motivi per organizzare, magari questa primavera, due giorni davvero entusiasmanti. Benvenuti nella città un tempo dedicata alla dea Hybla, ora tripudio del tardo barocco.
Venerdi sera: arrivo e cena da sogno
Ore 20. Dopo un volo di due ore, arrivati a Catania, potete optare per l’autobus che trovate appena usciti a sinistra – lasciate perdere il treno – diretto a Ragusa con Etna Trasporti. Arrivando di sera, all’incirca alle 22.30, la fame è atavica, quindi vi consigliamo di lasciare al volo il bagaglio – ad esempio alla Locanda Don Serafino dove ceck–in è fino a mezzanotte – e in cinque minuti a piedi raggiungere lo Chef Ciccio Sultano per vivere un’esperienza mistica col cibo (ovviamente dovete prenotare per tempo). Di locali dove mangiare nella città antica c’è solo l’imbarazzo della scelta, ma se non ci siete mai stati è un imperativo categorico andare al Ristorante Duomo. Cibo per gli occhi, viste le presentazioni, e per l’anima, dato il divino bilanciamento di tradizione, gusto, genuinità e fantasia.
Sabato: alla scoperta della città
Ore 10.00. Un’abbondante colazione e via, tra le strade della città per visitare alcuni dei principali luoghi d’interesse. Sono più di cinquanta le chiese, numerosissimi i palazzi in stile barocco e le scalinate di pietra. Percorrendo la Via Distefano e proseguendo in Via Bocchieri raggiungete quello che è considerato il vero centro di Ibla, la piazza del Duomo, dove potete ammirare il Duomo di San Giorgio posto sulla sommità di una scalinata recintata da un alto cancello. Verrete accolti dalla facciata imponente ed elaborata che si sviluppa verso l’alto, ed entrando potrete ammirare le vetrate policrome e alcuni dipinti. Un po’ spinto l’accostamento del bianco e del rosso, ma se siete amanti del gotico vi dovrete rassegnare. La piazza, come dicevamo è il fulcro della vita cittadina, sia civile che religiosa (da qui partono le processioni del periodo pasquale), ed è incorniciata da splendidi palazzi, tra cui i vari Arezzi. Sempre nella piazza potete vedere il famoso Circolo della Conversazione, in stile neoclassico, noto anche come Caffè dei Cavalieri. È un luogo privato, utilizzato per congressi e conferenze, ma qualche volta i soci danno la possibilità di visitare gli iterni. Se non avete esagerato con la colazione, potete regalarvi una granita ai fichi d’India Al Borgo per poi proseguire il vostro itinerario. Portandovi dalla parte di Palazzo Veninata, sulla sinistra nella parte bassa, passate per via Orfanotrofio e imboccate via del Convento. Salite la scalinata che porta alla parte alta dove c’è una piccola piazzetta con belvedere, raggiungete poi Palazzo Capodicasa che mostra ancora i suoi magnifici balconi, otto in tutto, sovrastati da sculture classicheggianti e arricchiti da ampie finestre. Più vi addentrerete nelle vie della città, più vedrete che tutti gli edifici hanno un pregio architettonico: da vedere certamente la Chiesa di San Giuseppe, in piazza Pola, dove si può osservare anche l’antico portale gotico dello scomparso Palazzo Chiaramonte.
Ore 13.00. Per riprendere le forze vi consigliamo di ritornare in Piazza Duomo e fermarvi a La Piazzetta, dove coccolarvi con un’indimenticabile cucina casereccia (l’antipasto con la ricotta alla piastra è da denuncia per quanto è buono).
Ore 15.00. Dopo pranzo riprendete a gironzolare qua e là: passando per largo Camerina e percorrendo tutta via del Mercato, raggiungete Via Scale. Qui è d’obbligo fare tappa alla Chiesa di Santa Maria dell’Itria. Spicca la cupola ottagonale decorata dalle maioliche colorate e all’interno gli altari di marmo e la tribuna in gesso e pietra nell’abside. Un’altra gemma del barocco ibleo è palazzo Casentini, il cui ingresso è appena sotto la chiesa. Anche il vecchio mercato e la stretta Salita dell’Orologio non possono sfuggirvi, come tanti altri monumenti della città. Il consiglio però è questo: è anche doveroso staccarsi dai tradizionali percorsi e avventurarsi qua e là nelle vie, per potere godere di meravigliose vedute sulla città. Le case addossate le une alle altre in strade tortuose, le edicole votive, le chiese e i campanili che svettano quasi d’improvviso fra i tetti vi regaleranno scorci stupendi in qualunque direzione.
Ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla, una certa qualità d’animo, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo nero che spia.
Gesualdo Bufalino
Ore 18.00. Se volete vivere veramente un luogo, dovete conoscere le tradizioni culinarie legate al territorio. E cosa c’è di meglio che impararle da una famiglia che nella propria masseria regala ai turisti il piacere delle scacce ragusane fatte in casa? Questa singolare esperienza è proposta dall’associazione Zuleima, creata da due giovani ragazze, Alice e Chiara, che organizzano diverse attività tra cui “A lezione di scacce ragusane”. Prenotando per tempo, almeno cinque giorni prima, e con un gruppo minimo di sei persone, potrete istruirvi su questa preparazione mettendo le mani in pasta. La genuinità si respira non solo dai prodotti di stagione per fare il ripieno di queste deliziose focacce, ma anche dai mezzi tradizionali di lavorazione, quali il forno a legna, la briula e lo scaniaturi. Ovviamente poi le gusterete un paio di ore dopo a cena con tutta la compagnia, affiancando i prodotti tipici, tra cui formaggi e ortaggi, della famiglia Campo di Cavalusi. Un buon vino della casa e un dolce tradizionale, come il gelo al limone, completano quest’intima atmosfera.

Ore 22.00. Ibla di sera è magica. Percorrere le stesse vie del giorno illuminate dai lampioni e con il cupolino del Duomo che ammicca non è niente male! Poi ci infiliamo nella saletta lettura, ricavata nella roccia della locanda Don Serafino, e su un comodo divano sfogliamo un po’ di carta recuperata durante il giorno.
Domenica mattina: i Giardini Iblei
Ore 10.00. Dedicate la mattinata alla parte più bassa di Ibla, ma prima di fermarvi in Via dei Normanni per visitare i giardini, fate una sosta davanti al Portale di San Giorgio, tutto ciò che rimane, dopo il devastante terremoto del 1693, dell’antica e originaria chiesa sempre dedicata al santo: in stile gotico-catalano, ad arco acuto, raffigura al centro San Giorgio a cavallo che uccide il drago e libera la Principessa di Berito. Se siete fortunati, magari trovate anche qualche gentile personaggio locale disposto a raccontarne le vicissitudini. Subito nelle vicinanze ecco i Giardini Iblei, questo splendido parco botanico per metà in stile italiano e per l’altra in stile inglese. All’interno sono presenti tre chiese medievali e una bellissima vista sulla valle del fiume Irminio e, punto a favore per i bambini, un parco giochi attrezzatissimo. La parte più omogenea è quella che va dall’ingresso principale alla chiesa dei Frati Cappuccini (con annesso il Museo diocesano): degno di nota l’elemento architettonico e il lungo viale delle Palme. In ogni caso è tutto da perlustrare anche nella parte del Boschetto della Rimembranza, che pare non avere alcun legame con il resto del parco.
Ore 13.00. Dopo un bel pranzo Al Desco di Agnese (Corso XXV Aprile 82-84), dove rimarrete soddisfatti anche all’arrivo del conto, è tempo di ripartire e salutare Ragusa Ibla. Ci piace pensare, in realtà, che è solo un arrivederci, magari aggiungendo qualche giorno per esplorare anche l’altra parte di questa incredibile città.
Come arrivare: voli su Catania, Aeroporto Fontanarossa. Autobus regionale Etna Trasporti.
Dove dormire: Hotel Il Barocco, in posizione strategica a Ibla, edificio ottocentesco Patrimonio dell’Umanità.