Sicilia occidentale: Trapani, Erice e le isole Egadi (parte2)

Tappe dell’itinerario: Trapani – Marettimo – Favignana – Levanzo – Favignana – Erice – Trapani
Leggi la prima parte del viaggio in Sicilia occidentale qui.

5° giorno – Favignana

Le nostre vacanze in Sicilia, proseguono a Favignana. Per godere del panorama su tutta l’isola, il consiglio è di andare sul Monte Caterina fino al forte, raggiungibile in poco più di un’ora di passeggiata dal centro: con le condizioni giuste in realtà si vedono tutte le Egadi e parte della costa occidentale della Sicilia. Al ritorno in paese, interessante è anche una visita della grande tonnara, in fondo alla baia sulla destra, un tempo tra le più importanti d’Europa. Ora diciamo che appartiene all’archeologia industriale. Altra testimonianza dei Florio, l’importante famiglia di Marsala che a Favignana ha favorito lo sviluppo della pesca al tonno, è Palazzo Florio, elegante palazzina neogotica che si affaccia sul porto. Visto che sull’isola gli oggetti artigianali più ambiti sono commestibili, è doveroso prendere qualche souvenir. L’acqua però chiama: si salta in barca e si va a fare un bel bagno a Punta San Nicola prima di distruggersi con arancini, cassatelle e gli altri dolcetti, peso specifico e calorico impronunciabile, prese dalla pasticceria FC e precedentemente piazzate in cambusa. La sera è dedicata alla digestione e alla vita in comunità sulla barca… e a una piccola fuga tra le bancarelle sul porto.

6° giorno – Da Favignana a Levanzo (2,7 mn)

Si veleggia al mattino presto in direzione Levanzo. Col tender si raggiunge la riva e si può optare per un’escursione alla Torre Saracina. Levanzo è davvero un luogo incontaminato, un paesino di poche case racchiuso in un’insenatura naturale. Splendide le spiaggette di sassi e sabbia che si trovano sul percorso che arriva al Faraglione, e sorprendenti le immersioni che si possono fare vista l’archeologia subacquea presente. L’isola custodisce nella Grotta del Genovese straordinari graffiti di animali, tra cui il tonno, affascinanti tracce lasciate dall’uomo in età paleolitica e neolitica. Impegnativo l’aperitivo prolungato, con assaggio di cous cous di pesce. Si torna alla barca nel buio totale, indistinguibile dal mare, avvolti dal più totale silenzio. E non può che avere il suo epilogo, durante la notte, con un bagno sotto la luna.

7° giorno – Da Levanzo puntata su Favignana e ritorno a Trapani

Prima di far ritorno a Trapani, si può optare per un nuovo passaggio a Favignana, questa volta a Cala Rotonda – o Approdo di Ulisse – dato che dicono sia una tappa fondamentale. In effetti è un incantevole porto naturale riparato, vista la sua forma circolare, un suggestivo arco di pietra al cui interno ci sono piccole spiagge che si possono raggiungere anche da terra. A nuoto si raggiungono facilmente le vicine grotte e si galleggia tra pesci multicolori. Il tempo è tiranno, è ora di risalire in barca… Una pasta veloce e si riparte, passando per Punta sottile e Cala del Pozzo. Sulla via del ritorno vediamo gli isolotti di Maraone e Formica. È il tramonto ad accompagnarci al porto di Trapani, l’ultimo di una serie indimenticabile. Per cena si esce, visto che l’indomani si deve lasciare la barca, e si rimane piacevolmente soddisfatti da una pizza da Calvino, soffice e più alta del solito, che arriva al tavolo già tagliata a rombi. Un’ultima passeggiata e una birra in compagnia prima di passare l’ultima notte cullati dalle onde.

8° giorno – Erice

Visto il nodo allo stomaco per aver lasciato la barca, e vista la vicinanza, decidiamo di andare a visitare Erice, il borgo sopra Trapani che conserva intatti tesori medioevali. Saliamo con la funivia in un quarto d’ora e arriviamo alle mura ciclopiche che cingono la cittadella, interrotte da torrioni e porte normanne. L’atmosfera è quasi surreale, in questo gioiello arroccato su un monte immerso tra le nubi. Il castello di Venere, il giardino del Balio (con la torretta normanna di Pepoli, oggi trasformata in lussuoso resort) e la terrazza a strapiombo regalano una vista mozzafiato e le leggende, se possibile, rendono questo luogo ancor più suggestivo. Un labirinto di ripide stradine acciottolate e di varchi stretti legano le case serrate le une alle altre, in cui i fioriti cortili interni sono protetti nella loro intimità. Erice è anche una città ricca di chiese, tra cui spiccano la Chiesa Matrice e la Chiesa di San Giovanni Battista. I negozietti di artigianato locale, soprattutto ceramiche, sono una vera tentazione, grazie anche all’affabilità degli Ericini, ed è impossibile non assaggiare il marzapane e la pasta di mandorle, facendo tappa all’Antica Pasticceria del Convento, o un superbo pane cunzato. Indossare gli infradito non si è rivelta una grande idea: la pavimentazione è ormai liscia e il rischio di tornare a Trapani senza funivia è alto. Mentre scendiamo ci godiamo comunque l’ultimo panorama da favola della provincia di Trapani e delle Egadi, che galleggiano placide sul mare scintillante.

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