In Sardegna con Grazia Deledda, un itinerario letterario

Sul dorso immenso di Monte Spada, la nebbia diradò: Anania diede un grido di ammirazione, quasi strappatogli violentemente dalla bellezza magnifica del panorama. Tutto il monte apparve coperto da un manto violetto di serpillo fiorito; e al di là, la visione delle valli profondissime e delle alte cime verso cui si avvicinavano i viaggiatori, pareva, tra il velo squarciato della nebbia luminosa, fra giochi di sole e d’ombra, sotto il cielo turchino dipinto di strane nuvole che si diradavano lentamente, un sogno d’artista impazzito, un quadro d’inverosimile bellezza.
Cenere, Grazia Deledda

Grazietta, così la chiamavano amici e parenti. Una minuta donna sarda che nel 1926 ricevette il Premio Nobel per la Letteratura, fin’ora l’unica donna italiana. A lei va il merito di mostrare al mondo lo spirito più autentico della Sardegna. E di farlo amare, nei sui aspri e discreti tratti. Leggere i suoi libri equivale a viaggiare in una Sardegna autentica, fatta di usi e costumi antichi, che così poco ha a che fare con il mare e le località oggi più conosciute. Grazia con le sue opere ci racconta del mondo agro-pastorale sardo di fine ‘800, dove la vita delle persone si intreccia indissolubilmente alla terra che abitano, così amata così sofferta.

Come arrivare in Sardegna:
Su Skyscanner.it voli low cost per la Sardegna.
Su Directferries.it trovi i traghetti al prezzo più economico.

La penna di Grazia Deledda traccia sulla carta tratti marcati, si spinge nella Barbagia di Ollolei, corre lungo i fianchi del massiccio Gennargentu, attraversa il Supramonte fino al Golfo di Orosei. Proviamo allora a proporvi, senza pretesa di esaustività, un itinerario tra i principali luoghi deleddiani che vi porterà a scoprire una delle zone più interessanti e ricche di storia della Sardegna.

Galtellì, Deledda
Galtellì: la stanza che ospitò Deledda quando scrisse Canne al vento

Partiamo da Nuoro, il più battagliero e colto borgo dell’isola, città natale di Grazia Deledda, ambientazione dell’autobiografico e incompiuto Cosima, quasi Grazia uscito postumo nel settembre del 1936 sulla rivista Nuova Antologia. Soprannominata dai giovani del posto “Atene sarda”, Nuoro si colloca ai piedi del monte Ortobene. Visitiamo la casa natale di Grazia diventata Museo deleddiano, nel quartiere storico San Pietro; passiamo dalla chiesa della Solitudine dove si trovano le sue spoglie; e ci spingiamo al colle Sa Tanchitta dove troviamo la Cattedrale di Santa Maria della Neve di cui parla ne La giustizia (1899); raggiungiamo poi il monte Ortobene, con la Chiesa di Nostra Signora del Monte, dove ambienta Il vecchio della montagna (1900). E infine andiamo alla chiesetta Valverde, alle pendici del monte, descritta in Canne al vento (1913), il romanzo che la consacrò.

Nella radura intorno alla mandria sorgeva un solo elce: davanti l’orizzonte: dietro, il bosco; a destra e a sinistra, enormi rocce sovrapposte; forate in alto da occhi che per lo sfondo del cielo sembravano azzurri, e più giù da nicchie inghirlandate d’edera, e dalle quali pareva fossero scomparsi idoli antichi.
Il vecchio della montagna, Grazia Deledda.

Seconda tappa Lollove, un borgo a 15 km da Nuoro, che ha saputo mantenere il fascino di un tempo, scenario di un altro importante romanzo di Grazia Deledda, La madre (1920); per poi visitare Bitti, con la Chiesa di San Giovanni e il Santuario di Nostra Signora del Miracolo; mentre in Elias portolu (1903) Deledda descrive il percorso che conduce i fedeli al Santuario di S. Francesco sul Monte Albo, a pochi km da Lula, soffermandosi in particolare sul meraviglioso panorama del tratto che attraversa il monte e guarda alla Baronia.

Sardegna, Galtellì
Galtellì, ambientazione di Canne al vento

Da non perdere poi Galetellì, il paesino in cui si svolgono le vicende di Canne al vento, nella vallata del fiume Cedrino. Tra domus de jana e nuraghi, incontriamo il castello di Pontes ampiamente descritto nel romanzo, che risale al 1070, e poco lontano il monte Tuttavista di bianca roccia calcarea. A Galatellì troviamo la casa delle donne Pintor, le protagoniste del romanzo, e la chiesa di San Pietro con i sui affreschi medievali.

Chi ha letto Canne al vento non potrà che chiedersi dove si trovi la Chiesa di Nostra Signora del Rimedio dove si tiene la festa omonima descritta nel romanzo: basta raggiungere la periferia di Orosei, è qui che ogni seconda domenica di settembre, fin dal 1700, per tre giorni si svolge questo evento a cavallo tra il sacro e il profano.

Ci spostiamo infine a Fonni, alla pendici del Gennargentu, unica stazione sciistica della Sardegna che con il santuario, il convento e il magico panorama che si gode dalle cime di Bruncu Spina e Monte Spada, caratterizza Cenere (1904).

Un orizzonte favoloso circondava il villaggio: le alte montagne del Gennargentu, dalle vette luminose quasi profilate d’argento, dominavano le grandi valli della Barbagia, che salgono, immense conchiglie grige e verdi, fino alle creste ove Fonni, con le sue case di scheggia e i suoi viottoli di pietra, sfida i venti e i fulmini.
Cenere, Grazia Deledda

Molti altri sono gli scorci di Sardegna che Grazietta magistralmente ritrae nel susseguirsi delle sue opere, come Orune con la chiesa e la fontana ottocentesca, Mammoiada, Oliena, il Monte Carrasi, e ancora il Monte Gonatre dove al santuario si tiene la festa di Nostra Signora di Gonare (l’8 di settembre). Ma per il momento ci fermiamo qui, certi che questo itinerario letterario saprà conquistarvi e vi permetterà di scoprire tutt’un’altro volto della Sardegna.

Dove dormire. Se volete trattarvi bene vi consigliamo Su Gologone, nell’entroterra del Supramonte. Un vero gioiello ideale per chi cerca raffinatezza e gusto, con zone museo dedicate alla storia della propria terra e un ottimo ristorante tipico. Altrimenti a 4 km dalla splendida costa del Golfo di Orosei c’è Villa Maria Caterina per un’esperienza di turismo rurale.

Destinazione: