L’Infiorata di Noto, tra mosaici di petali di fiori

Immaginate un mosaico. Immaginate un bel disegno, pieno di dettagli, ricco di colori e rimanetene incantati. Poi avvicinatevi e accorgetevi che è fatto di infinite tessere colorate, come un puzzle. Ecco, adesso sostituite ai pezzetti del puzzle milioni di petali di fiori: questa è un’infiorata.

L’idea è antica, forse antichissima. Ufficialmente la prima Infiorata è stata fatta a Roma il 29 giugno 1625, a San Pietro, per la festa dei Santi Pietro e Paolo su suggerimento dell’architetto Benedetto Drei che era in pratica il giardiniere del Papa (Urbano VIII); ma probabilmente la tradizione risale ai riti degli antichi Romani nelle feste dedicate alla dea Flora. Ad ogni modo, romana o barocca che sia, la tradizione prende piede, nella zona dei Castelli Romani prima – celebre diventa l’Infiorata di Genzano – e poi in tutta Italia Centrale, per estendersi, svilupparsi e diffondersi persino fuori d’Italia (per esempio è famosa quella di La Orotava, nell’isola di Tenerife, dove i disegni sono realizzati con erbe colorate, invece che fiori).

Attualmente le Infiorate si fanno in occasione della Festa del Corpus Domini, in genere la nona domenica dopo Pasqua. E, va detto, non sono più così diffuse come una volta. Uno dei luoghi dove la tradizione – religiosa e artistica al tempo stesso – è sopravvissuta è lo splendido borgo di Noto, in Sicilia, provincia di Siracusa. Qui l’Infiorata si fa la terza domenica di maggio e la splendida scenografia è Via Nicolaci, dominata in alto dalla mole barocca della Chiesa di Montevergini che si contende l’ammirazione del visitatore col Palazzo del Principe Nicolaci – “Villa dorata” –  dai balconi che sono stati definiti da molti i più belli del mondo. I fiori utilizzati sono rigorosamente autoctoni: vengono dalla Val di Noto e portano con sé tutti i colori primigeni della macchia mediterranea.

I dettagli pratici della manifestazione di quest’anno li trovate nella brochure ufficiale insieme alla pletora di iniziative correlate alla festa: c’è anche – ed è il piatto forte del programma – la Sfilata Barocca, un corteo storico che si snoda lungo le strade della città, tra gli splendori architettonici che rendono Noto una meta imperdibile di qualsiasi viaggio in Sicilia.

infiorata
CC !paco!

Naturalmente, finita l’Infiorata, resta ancora tanto da vedere: Noto è dal 2002 Patrimonio UNESCO e lo è grazie alla sua storia particolarissima. La città infatti fu completamente ricostruita a seguito di un terremoto, quello del 1693 che devastò il sito originale rendendone necessaria la ricostruzione 8 km più a valle – dov’è ora, sul declivio del monte Meti. Quello che da secoli era un centro di primaria importanza, fu riprogettato dalle migliori menti dell’epoca, secondo i criteri urbanistici più avanzati e non si badò a spese, tra architetti, decoratori, scalpellini. Si cominciò col costruire la Chiesa del Monte Vergine e poi per quasi un intero secolo non si smise più di lavorare. Il risultato ce lo godiamo oggi: merletto di tufo dorato fatto di piazze e scalinate su cui si affacciano superbi palazzi nobiliari, un’intera città costruita come se fosse una scenografia teatrale o un enorme set a cielo aperto, tant’è che il cinema l’ha adocchiata subito e l’ha fatta diventare ambientazione privilegiata di film dei registi italiani tra i più importanti – gente tipo Rossellini, De Sica, Zeffirelli, Antonioni, Tornatore.

La Cattedrale domina imponente sul paese dalla terrazza panoramica; ai suoi piedi l’eleganza di Palazzo Ducezio, sede del Comune;  a pochi passi la Chiesa di San Carlo al Corso, da cui parte Via Nicolaci e poi più a Nord, Palazzo Astuto, Palazzo Impellizzeri, il Museo del Barocco: smarritevi tra le vie, andando a zonzo – se anche solo vi limitate a toccare tutte le tappe dell’Infiorata, già potete fare una full immersion barocca che più barocca non si può – e alla fine converrete col protagonista de L’Avventura di Antonioni che, guardando la città capolavoro degli artisti di trecento anni fa, commenta ammirato:

Ma guarda che fantasia, che movimento. Si preoccupavano degli effetti scenografici. Che libertà straordinaria!

Come arrivare. In auto percorrere l’A18 e l’A19 verso Siracusa, uscire a Bivio Cassibile e proseguire lungo la SS115 fino a Noto, ben servita anche dai treni di Ferrovie dello Stato. L’aeroporto più vicino è Fontanarossa di Catania, a 80 km.
Dove dormire. Ottimo rapporto qualità/prezzo a Il Giardino Del Barocco in pieno centro; o il b&b Neas, un palazzo barocco del XVIII secolo a 200 metri dalla cattedrale.

Destinazione: