Nella provincia di Perugia, un luogo intatto nel lento trascorrere dei secoli si affaccia sulla pianura del Topino e del Clitunno: è Montefalco, la ringhiera dell’Umbria. Originariamente denominato Coccorone il borgo prese il nome attuale tra il 1239 e il 1240 probabilmente per via dell’imperatore Federico II di Svevia, espertissimo nell’arte della falconeria, che aveva qui soggiornato. Oggi di falchi se ne vedono pochi ma questa località ha molto da raccontare. Tra mura di conci rosati e vicoli stretti che cercano di catturare la luce della vallata, si percepisce il passato che riemerge dalla pietra e mescolarsi al presente, allo stesso modo in cui le viti di Sagrantino si attorcigliano salde alle facciate medievali.
Il Sagrantino di Montefalco
Nell’Archivio Storico Comunale di Montefalco sono custoditi numerosi scritti – è a partire dal Quattrocento che le leggi comunali iniziano a tutelare i vitigni – che documentano l’attenzione con cui i vignaioli di Montefalco si dedicavano ai campi piantati a vigna. I vini di Montefalco, in particolar modo il Sagrantino (sia in versione secca che passita), si fregiano del riconoscimento della Denominazione d’origine controllata e garantita; per produrlo vengono impiegate uve autoctone sagrantine e l’invecchiamento minimo è di trenta mesi, di cui almeno dodici in botti di legno.
Ritagliatevi qualche ora per visitare una cantina di Montefalco, dove scoprire i vari locali della produzione accompagnati da esperti che vi illustreranno i vari processi e vi porteranno tra i vigneti. E per le degustazioni ecco qualche indirizzo: l’azienda vinicola Antonelli in località San Marco e la Cantina Arnaldo Caprai.
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Appena arrivati, comunque, avete un dovere morale: bere un bicchiere di vino. Proprio nella Piazza del Comune potete concedervi questo piacere a l’Alchimista e, se avete appetito, permettervi anche uno spuntino o qualcosa di più sostanzioso per assaporare la cucina umbra e i prodotti della regione: largo al tartufo di Norcia, al sedano nero e alle patate di Colfiorito. Verrete poi tentati anche dall’olio extravergine, altro prodotto del territorio di eccellente qualità. Altro posto consigliato per cibo e vino è il Ristorante Coccorone.
Cosa vedere a Montefalco
Per smaltire si può continuare con un passeggiata nel cuore della città medievale, partendo proprio dalla piazza centrale dove oltre al Palazzo del Comune (dalla cui torre si gode una stupenda vista panoramica su tutta la valle) si trovano altri antichi edifici, come il Teatro San Filippo Neri.
Per godere della ricchezza dell’arte religiosa qui presente, bisogna sapere come la fede sia innestata nel tessuto sociale e urbanistico del borgo. Prendendo la Via Ringhiera Umbra si arriva alla Chiesa di San Francesco che è pure Museo Civico: costruita nel Trecento, custodisce all’interno l’importante ciclo di affreschi di Benozzo Gozzoli, raffiguranti episodi della vita del santo, oltre ad una Natività del Perugino. Meritano una visita anche la Pinacoteca con opere del Melanzio e la cripta che custodisce sculture e reperti archeologici di varie epoche.
Potrete poi decidere di proseguire l’itinerario artistico suddividendo i punti di interesse in un’unica giornata o preferibilmente in due: da vedere lo splendido Chiostro di Sant’Agostino e la vicina porta merlata compresa nella cinta muraria e la Chiesa di Santa Chiara, in cui sono custodite le spoglie di Santa Chiara da Montefalco, eminente figura del misticismo umbro del XIII sec. Più decentrate ma altrettanto ricche di storia, la Chiesa ed il convento di San Fortunato (patrono della città), la Chiesa di Sant’Illuminata, la Rocca di Fabbri ed il Santuario Madonna della Stella, a pochi chilometri dalla cittadina. Per raggiungerle, passando da Via Verdi, fermatevi all’Antico Frantoio Brizi: qui da generazioni si continua a estrarre artigianalmente l’olio dalle profumate olive dei colli di Montefalco e Trevi.
Montefalco – Quando andare
In base al periodo dell’anno che sceglierete potrete anche ritrovarvi nel bel mezzo di qualche evento, facilmente incentrato sul vino e sulla tradizione locale, tra i molti: Terre del Sagrantino, che si svolge durante le festività pasquali, la Settimana Enologica, durante cui viene presentato il nuovo Sagrantino nel mese di settembre, e l’Agosto Montefalchese, due settimane strepitose tra musica, teatro, danza e rievocazione storica che prevede anche la Fuga del Bove. Quest’ultima è diventata più rispettosa degli animali confrontata all’originale gioco popolare e si è trasformata in una gara di velocità tra quattro tori rappresentanti i quattro rioni della città: Sant’Agostino, San Bartolomeo, San Fortunato e San Francesco.