Alla vigilia della partenza per San Pietroburgo credevo di sapere davvero poco di questa città lontana. Invece, visitandola, ho scoperto che la sua storia ha con la mia molti più legami di quanti potessi immaginare. Affonda le sue radici nelle fredde acque del Golfo di Finlandia, nel Mar Baltico, appartiene alla grande Russia, ma si rivolge verso l’Europa con sguardo attento e curioso.
San Pietroburgo ha dato natali, ospitalità e ispirazione a uomini di cultura (artisti, poeti, musicisti e scrittori) che hanno cambiato il corso dell’arte e della cultura occidentale, tra gli altri: Dostoevskij, Puskin, Gogol, Prokof’ev, Stravinskij, Rasputin. Ci sono poi altri protagonisti che abitano la città da secoli e i cui nomi echeggiano frequentemente nelle vite di ciascuno di noi: sto parlando della Prospettiva Nevskij, delle Notti Bianche, di Leningrado, dell’Ermitage. Insomma è una città geograficamente lontana ma culturalmente vicina, più di quanto si possa immaginare.
San Pietroburgo raggiunge i cinque milioni e mezzo di abitanti e si estende su una superficie di mille chilometri quadrati. Sorge su un arcipelago di isole, alla foce del fiume Neva che, con le sue quattro braccia, solca la città di canali, obbligandola ad un sistema di ponti dinamici, molti dei quali levatoi per permettere il passaggio delle navi e la loro levata rappresenta un’attrazione per i visitatori. Nell’incontro tra fiume e mare sorge il porto, il più grande della Russia; facile immaginarne fascino ed estensione, anche se il suo sistema articolato di cantieri, quartieri operai e industrie rende difficile l’accesso al mare.
Storia di San Pietroburgo
Nonostante sia una città giovane (ha solo 316 anni) San Pietroburgo ha una storia densa e turbolenta. Fondata nel ‘700, nasce con il nome di Pietrograd, proprio in onore di San Pietro (grad significa città). Fin da subito conosce un’epoca di grande splendore grazie agli Zar (la dinastia reale che regno sulla Russia dal 1561 al 1917), che la eleggono come città residenziale erigendo maestosi palazzi in perfetto stile barocco, grazie al lavoro e agli insegnamenti dell’architetto di corte, l’italiano Bartolomeo Rastrelli.
La storia della città vive un brusco cambiamento alla fine del diciannovesimo secolo quando la rivolta contro gli Zar evolve nell’utopia socialista guidata da Lenin, in onore del quale, nel 1924 la città prende il nome di Leningrado, che conserverà fino al 1991 quando il popolo, attraverso referendum, decide di ridarle il nome originale di San Pietroburgo. Il ‘900 rappresenta un’epoca difficile per la città: dopo la morte di Lenin il regime staliniano getta la città in una fase di ostruzionismo e sonnolenza culturale asfissiante; la Seconda Guerra Mondiale, con i bombardamenti e i saccheggi ad opera dei tedeschi, distrugge moralmente e fisicamente la città.
San Pietroburgo torna al suo antico splendore negli ultimi decenni del secolo, con la nomina nel 1990 a Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco. La ricostruzione della città è un’opera senza eguali nel mondo che continua tutt’ora nella ricerca di opere e tesori trafugati e nelle azioni diplomatiche per riportarle a casa.
Clima
Così come la sua storia, anche il suo ambiente è instabile e ballerino, ricco di colpi di scena. Il clima, umido, freddo e ventoso, è infatti caratterizzato da cambi repentini che obbligano il visitatore a stare sempre allerta, soprattutto per far fronte agli sbalzi termici, considerevoli nella stagione estiva. La temperatura massima si aggira intorno ai 28°C durante i rari soleggiati giorni d’estate (giugno e luglio), mentre quella minima arriva a toccare i -30°C quando in inverno arrivano i gelidi venti siberiani. La sua vicinanza al polo rende particolare anche la luce, soprattutto a giugno, stagione di notti bianche, quando il cielo notturno si mantiene chiaro, illuminato di luce diafana.
Cosa vedere a San Pietroburgo
San Pietroburgo ha saputo adattarsi a questa ostilità climatica rendendo le sue architetture e i suoi interni estremamente ricchi e accoglienti. La città conta infatti duecento musei, altrettanto numerose sono chiese e palazzi, con tetti colorati, mosaici e arazzi e le sale da concerto e i teatri vantano palinsesti straordinari. Ad ogni modo non mancano parchi e giardini, piazze e lungofiume abitati da statue e fontane.
Imperdibili sono anche i palazzi e le residenze degli Zar fuori città, su tutti il Palazzo di Peterhof, una delle sette meraviglie della Russia, edificato nel ‘700 per volere dello Zar Pietro il Grande su un terrazzo naturale alto sedici metri e affacciato sul Golfo di Finlandia. Anche per chi non dovesse essere amante del barocco, si tratta di un gioiello da non perdere. Gli interni, il giardino, le fontane, il panorama sul mare lo rendono un luogo unico al mondo. Per quanto riguarda le mete fuori città è meglio rivolgervi direttamente all’agenzia turistica ufficiale Visit Petersburg che saprà darvi tutte le indicazioni necessarie per raggiungerle con facilità.
A San Pietroburgo il potere ha sempre sfoggiato passione e amore per la cultura. Lo dimostra l’Ermitage, uno dei musei più grandi al mondo, che è in realtà la collezione privata della regina Caterina la Grande, amante dello stile neoclassico. Si compone di ben cinque palazzi dislocati in città: il Palazzo d’Inverno, il Piccolo, il Grande e il Nuovo Ermitage e infine il Teatro (quest’ultimo aperto raramente e solo per la messa in scena del Lago dei Cigni). Nonostante questo sono esposte solo una decima parte delle opere che compongono la collezione che conta circa tre milioni di pezzi, tutti originali. Impossibile descrivere la meraviglia di cui si gode nelle sale del museo e difficile, in una sola visita, averne un panorama completo, però vale sicuramente la pena provare l’emozione di sentire la pelle d’oca e d commuoversi davanti a una scultura, come Amore e Psiche di Canova. E’ consigliato prenotare anche se difficilmente si potranno evitare le code, d’altro canto si tratta di uno dei musei più visitati al mondo. Se vorrete immergervi nell’atmosfera magica di questo museo, vi consiglio, prima della partenza, di vedere il film Arca russa (di A.Sokurov, 2002), un viaggio temporale, in piano sequenza, interamente girato all’Ermitage.
Altri musei imperdibili sono il Museo Russo e il Museo di Arte Moderna Erarta. Se il primo vi aiuterà a contestualizzare la città all’interno della più ampia storia russa, il secondo, di recente apertura, espone al pubblico le opere degli artisti censurati durante il regime, un luogo straordinario che rende onore ad un pezzo di storia pietroburghese degna di essere raccontata, rivissuta, ricordata. Se ci andate chiedete di Giulia, una deliziosa e molto preparata ragazza russa che parla, da autodidatta, un eccellente italiano. Vi consiglio anche la casa-museo di Anna Achmatova, poetessa simbolo della resistenza al regime. Dai suoi versi infatti si può ricostruire quel sentimento di nostalgia, dolore, repressione, drammaticità, forza e al tempo stesso intimità che ha caratterizzato il ‘900 russo.
San Pietroburgo però non è solo storia, ma anche modernità, innovazione, voglia di futuro. Lo dimostrano i numerosi musei sperimentali e didattici, tutti di recente apertura, ma già di fama internazionale e molti dei quali adatti anche ai più piccoli. Tra questi si segnalano: Il Museo Nazionale Grand Maket Rossiya che ha ricostruito la Russia in un modello interattivo di 800 mq, il museo tecnico dedicato alle ferrovie Russian Raliway Museum e il Planetario che con i 37 metri di dimetro della sua cupola è il più grande del mondo.
C’è anche un altro lato di San Pietroburgo molto interessante, quello popolare che si nasconde un po’ dietro lo sfarzo del barocco, ma a cui consiglio di dedicare del tempo, nei ritagli tra un museo e l’altro. Per farlo non resta che passeggiare per la città e lasciarsi condurre dall’istinto. Orientarsi seguendo il tracciato delle strade e dei lungo fiumi è facile: la strada principale che attraversa il centro è la Prospettiva Nevskij, chiamata prospettiva perché, insieme ad altre due strade, si dirama a raggiera a partire dal punto focale dell’Ammiragliato, visibile ovunque grazie alla sua alta guglia dorata. Un po’ più difficile è l’orientamento secondo scritte e cartelli, in quanto predomina l’uso dell’alfabeto cirillico. Nonostante questo in pochi giorni saprete riconoscere le lettere e questo renderà il tutto più scorrevole.
Cosa mangiare
Le vie del centro sono sempre vive e affollate, bar, ristoranti, locali e negozi si susseguono rallegrando con luci e colori anche le giornate più grigie. La cucina tipica è a base di zuppe (consiglio il Bosh), poi cavoli, cetrioli, carne, caviale e pesce. Per il cibo da strada provate assolutamente le Saslik (patate farcite).
Un’altra cosa da non perdere sono le ciambelle fritte, nate proprio qui, grazie a un marinaio di San Pietroburgo, che, per non perdere la sua torta durante una burrasca, la infilzò nel timone, un caso che si trasformò in virtù. La tradizione vuole che se ne mangino quattro alla volta, spolverate con zucchero a velo e accompagnate da caffè sovietico (un lungo e dolce caffè-latte). Una delle ciambellerie più caratteristiche (anche se di recente apertura) si trova vicino a piazza Sennaya ed è la Pyshechnaya di Ginza Project (una delle imprese culinarie migliori della città, una garanzia in termini di qualità e accoglienza) che ha saputo ricreare l’atmosfera sovietica, quando la ciambella era lo street-food per eccellenza e l’unica occasione di ritrovo, ecco quindi che alle pareti ci sono poster di film, cartoni animati e grafiche sovietiche, accompagnate dalla musica dell’epoca.
Dopo questo viaggio so molto di più di San Pietroburgo, ma sicuramente non abbastanza. Di una cosa certa: anche se per poco, merita di essere vista e passeggiata, per cogliere e fare tesoro del suo fascino di città nobile dall’anima malinconica e al tempo stesso carismatica, che ondeggia sul filo degli opposti, tra ricchezza e povertà, potere e cultura, bellezza e decadenza. Come scrive Jan Brokken nel libro Bagliori a San Pietroburgo (un testo di cui consiglio la lettura prima del viaggio)
Se San Pietroburgo non fosse esistita, avrei inventato io questa città che sonnecchia sul fiume, come uno stato d’animo che mi corrisponde per sempre
Come arrivare: trova e confronta tariffe di voli economici per San Pietroburgo.
Dove dormire: Hotel Arkadia Nova, Bigland Hostel
Per il viaggio in Russia serve il visto turistico, cosa che rende necessario organizzare il viaggio in netto anticipo, tuttavia da ottobre 2019 il procedimento burocratico dovrebbe essere snellito grazie all’introduzione del visto elettronico. I voli diretti lowcost sono da Roma e Rimini.
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